sabato 7 novembre 2009
Le rovine
Un capello sulla mia fantasia
sabato 11 luglio 2009
Il nostro gioco
Sensi
domenica 5 aprile 2009
Interior Sick diventa un Clan RPG per Eraserland
Il tempo per noi sembrava essersi fermato ma lo sentivamo scorrere, lo sentivamo passare di fianco mentre castelli e immense cattedrali ci vomitavano addosso i loro pergolati. Inquisizioni, Guerre Mondiali, da Cartagine a Babilonia, sentiamo ancora addosso il peso delle ferite rimarginate e del pus che eravamo soliti a bere leccando viscose piaghe come sciacalli.
Chiusi nel nostro torpore, nel ventre marmoreo di quella cattedrale che custodiva il riposo di noi tutti, nelle viscere di quelle rovine in cui penetrava quel sottile alito di vita che ci danzava sotto le narici piene di nero polvere da sparo e fetida ferraglia.
Una nuova melodia fece schiudere i nostri occhi appesantiti dal buio dei secoli nei secoli “Amen”, una nuova era che invocava il nostro risveglio, che fece levare a noi figli di “nessuno”, a noi figli e fratelli senza epoca in quella terra, quelle pesanti lenzuola di tenebra che non ci stavano più addosso… che ci soffocavano.
Uscimmo da quelle catacombe frugando come Nosferatu, bagnando i nostri vecchi ed impolverati abiti di quell’astenuante colore che continuava ad appartenerci. Una lunga notte si presentava davanti a noi, incrociai lo sguardo di mio figlio ed un ghigno fugace comparve sui nostri volti per nulla invecchiati.
Era il tempo di osservare quella desolazione, farla rinvigorire dalle proprie ceneri e renderla il nostro mondo di tenebra.
lunedì 23 marzo 2009
Sogni
Senza meta, a piedi nudi
Tu che cammini con lei…
Riappare il solito sogno.
La nuvoletta pensierosa del fumetto
Si disegna accanto a te come per incanto.
Mentre scorri la testa a contare i paletti rinfragenti
Posti sul selciato,
col freddo che imperversa e…lei sempre li
accanto a te che segue ogni tuo passo.
Si ferma ad ogni sospiro, ad ogni gesto un po’ piu’ sinistro…
mercoledì 18 marzo 2009
La Lampadina
Forse ho capito.
Adesso ho a che fare con una donna, non con una delle solite ragazze.
Ho a che fare con una di quelle che
non vogliono conquistarti solo con il loro sguardo.
Una sul cui volto puoi leggere la naturalezza e la semplicità
di ogni suo gesto, di ogni sorriso.
Ho temuto il peggio,
in alcuni giorni ho pensato di muover contro di lei solo agitazione,
confusione e pensieri strani
che avrebbero potuto farle perdere la necessità di concedersi ad una risata.
Una donna che non ha perso il suo lato infantile,
racchiuso nell’imbarazzo che si preannuncia col rossore sul suo viso,
di chi riceve delle attenzioni inaspettate,
di chi viene toccata nelle sue profonde incertezze e spogliata
dinanzi a tutti delle sue emozioni più intime.
Forse ho capito.
Adesso ho a che fare con una donna che non vuole sentire più imbarazzo
E nemmeno freddo sul suo corpo
ma solo il fiato di un angelo sul suo collo.
giovedì 12 marzo 2009
Trampled Scarlet Rose ( Uno sguardo al presente - 1° triangolo scaleno )
6:37 AM Monte Celano ( Gargano - Foggia )
martedì 10 marzo 2009
5° Cerchio
La pioggia cade repentina, bagna tutto. Osservi, sei con le orecchie tese per captare ogni minimo sospiro di chi ti insegue; di chi ti scruta con occhi diversi per la strada; di chi ti affianca nel vicolo e incomincia ad alzare il passo per la paura; di chi vedendoti girare in tondo si volta, una volta, due volte e poi va.
Piove dal cielo come dai tuoi occhi, sull’erba ormai zuppa, su di una lattina, su di un sacchetto azzurro che diventa il tuo nuovo compagno di viaggio per via del vento.
Piove, piangi, quella lacrima di dolore che ti si disegna sulla guancia come se fossi un Pierrot.
Ti serve un passaggio?
Tiri su col naso e con voce flebile senza nemmeno pensarci un millesimo di secondo, rispondi di no.
Appena sei un po’ più avanti ti lasci andare ad un misero “grazie” schiarendo la voce.
Porti le mani dietro la nuca e lentamente ti copri il capo con il cappuccio della felpa ormai fradicio.
Fa freddo, le mani si sono ghiacciate, tiri ancora su col naso e sputi quella biascia sulla breccia con ribrezzo.
Accendi una sigaretta, ti diverti a soffiare cerchietti e a veder come scompaiono nell’aria trafitti da mille spine.
Inspiri, ma queste boccate le senti veramente come scendono … un virus letale che ti divora piano piano.
Ti fermi, riprendi, ti fermi ancora. Non sai dove andare ma sai soltanto che, vuoi evitare ogni tipo di contatto con gli esseri viventi, evitando ogni tipo di riparo dalla pioggia.
Non puoi rimanere fermo, ti stanno cercando, sei costretto a cambiare destinazione e a non percorrere strade troppo lunghe.
Ti siedi su di una scalinata, immobile ascolti il silenzio con lo sguardo fisso nel vuoto e la mente libera da ogni tipo di problema e realtà.
È tutto così vuoto e noioso, piove, luce, buio, non piove, bagnato, asciutto, auto le cui gomme stridono sull’asfalto insaponato ricordandoti delle urla di dolore.
lunedì 9 marzo 2009
4° Cerchio
La figura
Nella tua stanza,
figure,
come a ricordare la mia infanzia.
Alezzava un odore
come ad offuscare i miei sensi.
Ho pagato il mio debito.
Un po' ancestrale
a tratti un po' arcano,
un po' strano.
L'oblio non giunge,
poiché è solo una questione temporale.
Forse non voglio o non vuole;
come al sentirsi mancare
quella Figura,
un qualcosa che non esiste o che non potrò avere.
Un qualcosa, la Figura, mistica...fredda.