lunedì 23 marzo 2009

Sogni

Senza meta, a piedi nudi

Tu che cammini con lei…

Riappare il solito sogno.

La nuvoletta pensierosa del fumetto

Si disegna accanto a te come per incanto.

Mentre scorri la testa a contare i paletti rinfragenti

Posti sul selciato,

col freddo che imperversa e…lei sempre li

accanto a te che segue ogni tuo passo.

Si ferma ad ogni sospiro, ad ogni gesto un po’ piu’ sinistro…

 

mercoledì 18 marzo 2009

La Lampadina

Forse ho capito.

Adesso ho a che fare con una donna, non con una delle solite ragazze.

Ho a che fare con una di quelle che

non vogliono conquistarti solo con il loro sguardo.

Una sul cui volto puoi leggere la naturalezza e la semplicità

di ogni suo gesto, di ogni sorriso.

Ho temuto il peggio,

in alcuni giorni ho pensato di muover contro di lei solo agitazione,

confusione e pensieri strani

che avrebbero potuto farle perdere la necessità di concedersi ad una risata.

Una donna che non ha perso il suo lato infantile,

racchiuso nell’imbarazzo che si preannuncia col rossore sul suo viso,

di chi riceve delle attenzioni inaspettate,

di chi viene toccata nelle sue profonde incertezze e spogliata

dinanzi a tutti delle sue emozioni più intime.

Forse ho capito.

Adesso ho a che fare con una donna che non vuole sentire più imbarazzo

E nemmeno freddo sul suo corpo

ma solo il fiato di un angelo sul suo collo. 

giovedì 12 marzo 2009

Trampled Scarlet Rose ( Uno sguardo al presente - 1° triangolo scaleno )


6:37 AM Monte Celano ( Gargano - Foggia )

Lo stereo del furgone accennava al suo solito fruscio; diedi due colpetti innocui sul display ma sembrava non riprendersi.
- Aldo cazzo chiudi... è arrivata l'estate dei cornuti?
Appesi la mano destra al pulsante sullo sportello, dopo aver gettato la sigaretta, per serrare il finestrino mentre con la sinistra aumentai la temperatura del riscaldamento.
Aldo a primo mattino era molto silenzioso, per questo, era nostra abitudine accendere lo stereo ma a lui non piacevano i miei cd.
Un silenzio assordante ci proteggeva. Solo il motore in fiamme del furgone, eravamo costretti a scalare la salita in prima marcia.

 Alberi secchi e spogli ci guardavano porgendoci le braccia ma non sembravano contenti di quella visita di cortesia che gli stavamo porgendo. Ai margini della strada c'erano neve e sassi che ci indicavano la via in un unico senso di marcia
Una volpe stava dormendo con la bocca dilaniata, su una macchia che dava colore a quel grigio.
Michè siamo arrivati - mi disse Aldo quasi sussurrando.
Mi spaventai.

martedì 10 marzo 2009

5° Cerchio

Il vuoto

La pioggia cade repentina, bagna tutto. Osservi, sei con le orecchie tese per captare ogni minimo sospiro di chi ti insegue; di chi ti scruta con occhi diversi per la strada; di chi ti affianca nel vicolo e incomincia ad alzare il passo per la paura; di chi vedendoti girare in tondo si volta, una volta, due volte e poi va.

Piove dal cielo come dai tuoi occhi, sull’erba ormai zuppa, su di una lattina, su di un sacchetto azzurro che diventa il tuo nuovo compagno di viaggio per via del vento.

Piove, piangi, quella lacrima di dolore che ti si disegna sulla guancia come se fossi un Pierrot.

Ti serve un passaggio?

Tiri su col naso e con voce flebile senza nemmeno pensarci un millesimo di secondo, rispondi di no.

Appena sei un po’ più avanti ti lasci andare ad un misero “grazie” schiarendo la voce.

Porti le mani dietro la nuca e lentamente ti copri il capo con il cappuccio della felpa ormai fradicio.

Fa freddo, le mani si sono ghiacciate, tiri ancora su col naso e sputi quella biascia sulla breccia con ribrezzo.

Accendi una sigaretta, ti diverti a soffiare cerchietti e a veder come scompaiono nell’aria trafitti da mille spine.

Inspiri, ma queste boccate le senti veramente come scendono … un virus letale che ti divora piano piano.

Ti fermi, riprendi, ti fermi ancora. Non sai dove andare ma sai soltanto che, vuoi evitare ogni tipo di contatto con gli esseri viventi, evitando ogni tipo di riparo dalla pioggia.

Non puoi rimanere fermo, ti stanno cercando, sei costretto a cambiare destinazione e a non percorrere strade troppo lunghe.

Ti siedi su di una scalinata, immobile ascolti il silenzio con lo sguardo fisso nel vuoto e la mente libera da ogni tipo di problema e realtà.

È tutto così vuoto e noioso, piove, luce, buio, non piove, bagnato, asciutto, auto le cui gomme stridono sull’asfalto insaponato ricordandoti delle urla di dolore.

lunedì 9 marzo 2009

4° Cerchio


La figura

Nella tua stanza,

figure,

come a ricordare la mia infanzia.

Alezzava un odore

come ad offuscare i miei sensi.

Ho pagato il mio debito.

Un po' ancestrale

a tratti un po' arcano,

un po' strano.

L'oblio non giunge,

poiché è solo una questione temporale.

Forse non voglio o non vuole;

come al sentirsi mancare

quella Figura,

un qualcosa che non esiste o che non potrò avere.

Un qualcosa, la Figura, mistica...fredda.



Trascinato, urlante, in un incubo più reale mai visto, con il suo incontro mi strappa con avidità, alla fragile apparenza che è il mondo dei vivi, esponendomi a degli orrori mai visionati prima e ad alcune emozioni novizie.
Traggo degli insegnamenti che mi proiettano a rimpiazzare quella vita che non mi aveva dato poi così tanto fluttuando verso una corrente sempre più violenta, sempre più folle con degli impulsi mostruosi che minacciavano di divorare persino le ultime vestigia di compassione nel mio cuore per quella famiglia.
Era lei che mi trasmetteva tutto ciò, era lei la mia figura, proprio come l’avevo immaginata, sognata.
Non sono riuscito a scorgervi perché vi cercavo con occhi umani, dissi.
“Siete voi che mi avete portata qui in questo momento…con i vostri sogni, la vostra bramosia di incontrarmi, la vostra alienazione mentale ha segnato il nostro incontro. Ora spogliatevi, proprio in segno di ciò che lasciate.”
Ero molto eccitato, non sapevo a cosa andavo incontro ma per istinto sentivo che era quello per cui mi ero tanto dannato, il motivo per cui il mio sonno era così tormentato…
Mi si avvicinò, lesta, “pura”, pallida ma favolosa e bellissima sussurrandomi all’orecchio…
“Pazzia, dite voi! Mi temete, avete paura di quello che potrei dire? Che reazione affascinante! Non trovate che sia una sensazione opprimente? Ricordatevi queste parole e fatene tesoro…voi sarete l’oscuro detentore della parola di Longino, il consacrato, il sacro mostro di Dio e bevitore dell’umanità”
Mi baciò lentamente il collo, gemetti ansimando, mi sentii tirare su, come se qualcuno mi stesse spingendo dal basso verso l’alto.
“Gli anziani lo definivano un uomo fuori dalla norma, ancor prima di ricevere l’abbraccio, proprio come voi, ovviamente parlo del nostro progenitore – Malkav- Il prescelto, alcuni dicono che la follia fu il dono che Caino gli diede per ricompensarlo della saggezza che aveva dimostrato e al tempo stesso per completarlo nella ricerca dell’Illuminazione. Egli venne ucciso a tradimento da un altro figlio di Caino, la cui mano è rimasta sempre sconosciuta. Il suo corpo venne lacerato ed il suo sangue versato così noi figli recuperammo le sue spoglie e bevemmo ciò che restava del suo sangue. A proposito… il mio nome è Louhi, figlia di Lerterimas.
Ora fate Vobis, mi disse porgendomi il suo braccio…

Come se già conoscevo la prassi, le baciai il polso mentre udivo il suo stridere, non riuscivo a saziarmi finchè non lo strattonò.
“Fermatevi dannazione…ora potrete cacciare e saziarvi, in fondo era quello che volevate. Un torpore improvviso mi attanaglia, vi lascio alla vostra nuova non – vita e… continuate a cercarmi…”
Lacrime di sangue avvolsero di uno scarlatto il mio volto, lacrime di sofferenze passate, lacrime di liberazione con passione amara, ma rallegrato poiché dannato.

domenica 8 marzo 2009

3° Cerchio

"Io e i sogni, un rapporto allucinante unito dall'ispirazione. Visioni, illusioni e allusioni, sin da piccolo ne ero tormentato; vere e proprie filmografie che scorrevano veloci, ripetitive: io che correvo su di uno sfondo bianco, io da solo in mezzo ad una folla, volti, mani, colori per non dire dei quasi odori, ero consapevole che stavo sentendo qualcosa...ma cosa significavano? cosa significano?! Fin li non ci diedi molto peso, il problema veniva dopo, quando scoprivo che non ero l'unico a provare quelle sensazioni e a vedere tali immagini,tutte identiche, sapendo inoltre che magari nella notte successiva le avrei riviste. C'erano una serie di elementi ed era quasi impossibile cercare di trovare un significato a tutti per collegarli tra loro. Questa situazione mi preoccupa ancora oggi... "

I sogni continuano imperterriti a tormentarmi, sempre lei, mi chiama, mi parla, mi cerca, ma chi è? Sembra come se mi stesse conducendo verso di lei...



VISIONI SCARNE

Posto di assestamento,
Luogo di ritrovo per pensieri e visioni scarne
In simbiosi allo sfondo del paesaggio,
rosso flebile e nero intenso.
Accampate tende con fuocherelli accesi 
Un po’ ovunque.
Risate in eco, voci e sussurri femminili
Che si avvicinano.
Donne fatali nude che ridon e scherzano come sol 
Loro sanno fare.
Una si fa avanti e dopo aver  sussurrato qualcosa 
All’orecchio mi fa un cenno sghignazzando.
Ora tutto tace in torno ad uno dei fuochi umido e quasi spento. 

2° Cerchio


...ed ero li ansioso di provare quelle emozioni; in fondo a cosa mi serviva continuare a recitare quell'amore che mai avevo provato.
La aspettavo lì, immobile, appena mi vide notai i suoi occhi riempirsi di odio, cosa aveva contro di me? cosa le avevo mai fatto?
- Che ci fai qui in piedi? Vattene pazzo, fosse stato per me ti avrei fatto marcire già da tempo sotto un ponte...sei una piaga...
 Queste le sue ultime parole...
 Mi avvicinai a lei e acciuffandola per i capelli feci cozzare la sua testa contro qualsiasi corpo solido che era nel mio campo visivo...gettandola priva di vita sul suo stesso lago di sangue...
I tonfi fecero apparire un ospite sulla soglia dellla porta, mio Padre, che allibito e senza scandir parola incominciò a fuggire.
Soddisfatto mi sedetti a terra, accanto a lei, e con un ghigno sul viso accarezzai il cadavere...

sabato 7 marzo 2009

Cosa ricordo... ( Prefazione )

Bevevo vino a cena e subito dopo in bagno mi accendevo una sigaretta di nascosto.
Nei momenti di post pasti non doveva disturbarmi nessuno...scattava qualcosa in me che mi portava a pensare l'inverosimile e l'assurdo, incominciai a pensare che questi momenti non potevano rimanere solo un vago ricordo, dovevo scrivere.
Avevo un quaderno sulla quale sin dalla scuola elementare scrivevo i miei vuoti racconti, i miei pensieri, e sulla quale si poteva realmente vedere il cammino che stava intraprendendo la mia mente e l’evoluzione dei miei scritti.

Un giorno al telefono…Mia madre con mio padre, e poi con il mio professore di ripetizioni di Matematica…
Si stava sfogando, piangeva…si parlava di me di quel dannato quaderno…
Mi guardò con occhi gonfi e non proferì parola…
Il vecchio quaderno non l’ho mai più ritrovato e assieme persi tutto, tutto tranne che “Sono un povero dannato” scritta su un cazzo di foglietto che un giorno ritrovai nel mio cassetto.

I primordi - 1° Cerchio

Sono un povero dannato

Sono pazzo…
Racconti di dolore, frasi che parlano di morte,
pervadono la mia mente ormai perduta…
In testa nient’ altro che morte,
distruzione,
sangue che gronda da tutte le canali
di questo misero paese…
Sono pazzo…
I miei genitori lo ripetono
al solo scandire di luride frasi dalla mia bocca…
Lo sento, in questo momento lo stanno dicendo…
Sento la loro sadica voce che mi ripete sibilando:
Tu sei pazzo!
Hai bisogno di qualcuno…
Lo sento,
lo dicono mentre dormono,
mentre mangiano,
mentre fanno qualsiasi cosa.

Ormai sono perso;
ho perso la strada che anni fa decisi di intraprendere,
e ne andavo fiero, ero orgoglioso…
Mi son perso,
qualcuno mi ha rubato la bussola dal palmo della mano
mentre ero distratto, pensavo all’abisso,
all’oblio che c’è nel mio cuore.
Si la dimenticanza, la dimenticanza di essere qualcuno,
ho scordato il mio nome.
Dov’è la mia famiglia?
L’ho persa, non so minimamente dove essa sia.

…voci mi tormentano: ma chi sei?
…vergognati
Quante persone hai perso con i tuoi modi di fare,
persone che ti volevano bene a cui tu,
tu hai portato la sofferenza.
Ecco il ricambio del loro affetto.
Sono un bastardo…
….sei un bastardo
Sono pazzo…
…sei pazzo
Vergognati
Non capirai mai quello che c’è da capire
nel profondo del tuo subconscio,
tu sei solo questo misero pezzo di carta su cui
io scrivo queste parole forti, di dolore, di sofferenza più profonda.
Riecco il dolore
tu sei il dolore e vivrai in questa sensazione di ribrezzo
Per tutto il resto della tua vita,
ah bene il resto della tua vita,
bella incognita da svelare,
pensa al giorno della tua morte,
al tuo funerale,
si le persone che sono state a te più vicine, le vedo,
si, le vedo piangere…
Si, sono loro le persone che hai preso per il culo
durante tutta la tua misera vita…
E tu misero essere ti togli la vita…?
Chi sei tu per farlo?
Solo io posso ammazzarti…
Sono solo un povero pazzo.

Chiudo gli occhi lentamente,
disteso sul mio letto, la luce fioca
illumina a malapena il foglietto su cui scrivo;
dai miei occhi iniziano a scendere lacrime che percorrono
le mie gote per poi arrivare sulle mie labbra.
Lacrime che cadono a leggere e rileggere questo
Dannato foglietto.
Scrivo? Perché scrivo?
Per sfogarmi?
Non credo, qualcuno o qualcosa mi spinge a farlo…
Ok, grandioso, adesso incomincio a parlare anche da solo…
Strano molto strano,
adesso cosa vuoi fare?
Sbattere la testa contro un muro?
I tonfi si propagano nell’aria…
Ecco, il sangue incomincia a colare dal naso.

Mi avvicino lentamente alla finestra,
fuori piove…
…il cielo è cupo…
Adesso ho sonno…
…il mio tempo è scaduto…
Sono solo un povero dannato.