lunedì 9 marzo 2009

4° Cerchio


La figura

Nella tua stanza,

figure,

come a ricordare la mia infanzia.

Alezzava un odore

come ad offuscare i miei sensi.

Ho pagato il mio debito.

Un po' ancestrale

a tratti un po' arcano,

un po' strano.

L'oblio non giunge,

poiché è solo una questione temporale.

Forse non voglio o non vuole;

come al sentirsi mancare

quella Figura,

un qualcosa che non esiste o che non potrò avere.

Un qualcosa, la Figura, mistica...fredda.



Trascinato, urlante, in un incubo più reale mai visto, con il suo incontro mi strappa con avidità, alla fragile apparenza che è il mondo dei vivi, esponendomi a degli orrori mai visionati prima e ad alcune emozioni novizie.
Traggo degli insegnamenti che mi proiettano a rimpiazzare quella vita che non mi aveva dato poi così tanto fluttuando verso una corrente sempre più violenta, sempre più folle con degli impulsi mostruosi che minacciavano di divorare persino le ultime vestigia di compassione nel mio cuore per quella famiglia.
Era lei che mi trasmetteva tutto ciò, era lei la mia figura, proprio come l’avevo immaginata, sognata.
Non sono riuscito a scorgervi perché vi cercavo con occhi umani, dissi.
“Siete voi che mi avete portata qui in questo momento…con i vostri sogni, la vostra bramosia di incontrarmi, la vostra alienazione mentale ha segnato il nostro incontro. Ora spogliatevi, proprio in segno di ciò che lasciate.”
Ero molto eccitato, non sapevo a cosa andavo incontro ma per istinto sentivo che era quello per cui mi ero tanto dannato, il motivo per cui il mio sonno era così tormentato…
Mi si avvicinò, lesta, “pura”, pallida ma favolosa e bellissima sussurrandomi all’orecchio…
“Pazzia, dite voi! Mi temete, avete paura di quello che potrei dire? Che reazione affascinante! Non trovate che sia una sensazione opprimente? Ricordatevi queste parole e fatene tesoro…voi sarete l’oscuro detentore della parola di Longino, il consacrato, il sacro mostro di Dio e bevitore dell’umanità”
Mi baciò lentamente il collo, gemetti ansimando, mi sentii tirare su, come se qualcuno mi stesse spingendo dal basso verso l’alto.
“Gli anziani lo definivano un uomo fuori dalla norma, ancor prima di ricevere l’abbraccio, proprio come voi, ovviamente parlo del nostro progenitore – Malkav- Il prescelto, alcuni dicono che la follia fu il dono che Caino gli diede per ricompensarlo della saggezza che aveva dimostrato e al tempo stesso per completarlo nella ricerca dell’Illuminazione. Egli venne ucciso a tradimento da un altro figlio di Caino, la cui mano è rimasta sempre sconosciuta. Il suo corpo venne lacerato ed il suo sangue versato così noi figli recuperammo le sue spoglie e bevemmo ciò che restava del suo sangue. A proposito… il mio nome è Louhi, figlia di Lerterimas.
Ora fate Vobis, mi disse porgendomi il suo braccio…

Come se già conoscevo la prassi, le baciai il polso mentre udivo il suo stridere, non riuscivo a saziarmi finchè non lo strattonò.
“Fermatevi dannazione…ora potrete cacciare e saziarvi, in fondo era quello che volevate. Un torpore improvviso mi attanaglia, vi lascio alla vostra nuova non – vita e… continuate a cercarmi…”
Lacrime di sangue avvolsero di uno scarlatto il mio volto, lacrime di sofferenze passate, lacrime di liberazione con passione amara, ma rallegrato poiché dannato.

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