Nato, morto, da un gioco per gioco
Uno di sguardi, un gioco di parole.
Un gioco, era per le nostre lingue che
ridevano, che sapevano di amaro e che fingevano.
Fracassate,
Le gambe contro il cruscotto
pieno di violenza, di urla
della gente che nota movimenti verticali e
crudi su sofferenze.
Soleggiati in una notte lacerata da crisi
nutrite dalla voglia di perderci,
di abbandonare la valle di lacrime e spegnerci.